Progetto Moby Dick – Cineforum –
“Nessuno si salva da solo”
Oggi più che mai, nel mondo globalizzato e interconnesso, i rapporti tra le persone possono sembrare limitati dalla superficialità e condizionati dall’apparenza. Ma quando la necessità, il bisogno, le difficoltà ci mettono di fronte alle scelte e alle soluzioni richieste dalla vita reale, ci rendiamo conto che le persone che ci sono vicine, familiari, amici, affetti, sanno offrirci quel sostegno indispensabile a superare i momenti difficili. Allo stesso modo, solo la solidarietà che ognuno di noi può mettere in atto nei confronti delle persone più svantaggiate e bisognose di aiuto, può giocare un ruolo determinante nel miglioramento delle loro condizioni sociali. I quattro film inclusi nella rassegna rappresentano, ciascuno in maniera peculiare, il ruolo di cura, intesa come attenzione, empatia, sostegno, guida nei confronti del prossimo che i protagonisti scelgono di mettere in atto in contesti quali la scuola, la guerra, la scienza.
TURNI Novembre 2024 – Marzo 2025
1° turno Centrale
Mercoledì 20/11; Giovedì 12/12;
Lunedì 27/1; Martedì 25/2.
3E (23) De Cristofaro
4E (24) Bombace
5E (23) Aiello
3G (23)Crispino
4G (20)Maurelli
5G (22) MT Longobardi
3H (25) de Crescenzo
4H (24) Bizzarro
5H (22) Goretti
1I (28) Tramontano
2I (22) Montagna
3I (23)Vetromile
4I (24) Catalfamo
5I (20) Barone/Schiano
2° turno Centrale
Giovedì 21/11, Venerdì 13/12;
Mercoledì 22/1; Lunedì 10/3.
3A (22) Di Paola
4A (22) Mazzarella
5A (17)Della Moglie
3B (23) Russo
4B (22) Morra
5B (22) Fusco
3C (23) Nicolosi
4C (21) Ciambelli
5C (22) Colicchio
3D (26) Petrone
4D (21) Baraldi
5D (17) Marrone
3F (24) Fiodo
4F (21) De Maffutiis
3 ° turno succursale + biennio C (dalla sede centrale)
Mercoledì 27/11; Lunedì 13/1;
Giovedì 20/2; Venerdì 14/3.
1B (27) Impero
2B (23) Scuotto
1C (28) Casalini
2C (23) Coppola
1D (27) Tommasetti
2D(24) R. Longobardi
1E (27) Cammarota
2E (24) Marino
1F (27) Saffiotti
1G (27) Borsacchi
2H (23) D’Orio
1L (26) Galluccio
2L (15) Samà
L’uomo è, per definizione, un animale sociale. Lo diceva Aristotele nel IV secolo avanti Cristo e lo si è creduto fino al 1997, quando un signore di nome Andrew Weinreich ha deciso che era ora che diventasse social. Se ciò abbia rappresentato un’evoluzione oppure una degenerazione dipende dai punti di vista, sta di fatto che tale passaggio ha prodotto una vera e propria rivoluzione sul piano delle relazioni umane, rendendole sempre meno fisiche ma moltiplicandole all’infinito, stipandole in innumerevoli applicazioni ciascuna con una risposta e una soluzione per tutto, nessun ambito escluso. Basta questo per non sentirsi soli, abbandonati, emarginati? Ne abbiamo guadagnato in termini di attenzione, cura, prossimità, empatia? Nel momento del bisogno può un whattsapp, per quanto pieno di cuoricini e faccine sorridenti, sostituire una mano tesa, un abbraccio, uno sguardo dritto negli occhi? Soprattutto può sostituire “l’essere nel mondo fra gli altri”, per dirla con un grande della filosofia come Martin Heidegger, secondo il quale la relazione costituisce il carattere fondante dell’esperienza umana? “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”, sosteneva Enrico Berlinguer. Per un politico non può che essere così, giacché per definizione si occupa della cosa pubblica, ma neppure il singolo individuo può chiamarsi fuori da una dimensione che gli appartiene profondamente e intimamente. Per questo non può bastare frequentare solo i social, per lo più vanesi e superficiali, occorre rimanere il più possibile sociali, con i piedi ben piantati per terra, attenti alla realtà circostante. Tutto questo per introdurre la rassegna di quest’anno scolastico “Nessuno si salva da solo”, che si interroga sullo stato di salute del cosiddetto fattore umano in un’epoca dominata da indifferenza, pigrizia, narcisismo, permalosità, all’interno di un eterno presente egoistico e deresponsabilizzato. I film che la compongono ci portano, com’è nella natura del cinema (diventato, diciamocelo, una sorta di antidoto allo sciocchezzaio dei social), a riprendere contatto con l’umanità, a esplorare le possibilità di essere e agire nel proprio tempo e nel mondo, di dare un senso all’esistenza, rendendola significativa, utile, creativa. Che ne sarebbe stato di Margherita, (“Il teorema di Margherita”) tanto geniale quanto sprovveduta, convinta di poter bastare a sé stessa, se non ci fosse stata una mano amica a tirarla fuori dal pantano in cui era finita a causa della sua vulnerabilità e presunzione? Destinati a un triste Natale come solo può essere triste il Natale se non c’è nessuno con cui condividerlo, i tre protagonisti di “The Holdovers – Lezioni di vita” mettono insieme le loro solitudini e i rispettivi guai per prendersi cura l’uno dell’altro, superando le iniziali differenze e idiosincrasie. L’unione fa la forza è il grido di battaglia con cui abitanti, alunni e insegnanti scongiurano la chiusura della piccola scuola di una comunità di montagna tanto sperduta da essere considerata “Un mondo a parte”. Lo hanno definito “l’eroe modesto”, l’inglese Nicholas Winton, il protagonista di “One Life”, che portò a termine fra il 1938 e il 1939 il salvataggio di oltre seicento bambini ebrei e cecoslovacchi senza mai vantarsene ma anzi, portandosi appresso per tutta la vita il rimorso per non aver potuto fare di più, così come sono deiveri e propri eroi i generosi e coraggiosi ragazzini de “L’ultima volta che siamo stati bambini”, che all’indomani del rastrellamento del ghetto di Roma da parte dei nazisti partono alla ricerca del loro amico ebreo, con cui fino al giorno prima avevano giocato, non comprendendone la scomparsa. Il terribile terremoto del 2015 in Nepal ha reso orfano e senza futuro il dodicenne Balmani (“Il ragazzo e la tigre”), ma il riscatto e la rinascita avvengono grazie a un cucciolo di tigre che riesce a portare in salvo, ritrovando fiducia in sé stesso e la volontà di andare avanti. Ambienti, realtà, epoche, storie e situazioni diverse ma simili nella rappresentazione della relazione come cura, come consapevolezza di sentirsi parte del mondo, come assunzione di responsabilità nei confronti di chi è in difficoltà, perché, ed è una gran bella verità, per stare bene insieme.
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